Dal 10 al 25 novembre 2023
→ Vendita abbonamenti esclusivamente presso la biglietteria del Teatro Del Monaco di Treviso

Dal 28 novembre 2023
→ Vendita biglietti sia presso la biglietteria del Teatro Del Monaco di Treviso che online

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Cristiana Morganti, artista italiana di base a Wuppertal, porta in scena un nuovo assolo che fin dalle prime battute conferma e rilancia, alla luce di una nuova maturità interiore, la sua grande ironia alternata a momenti di intensa poesia. Uno sfogo, una confessione, un monologo danzato, parlato, urlato. Una riflessione sulla crisi esistenziale e artistica di una coreografa/danzatrice durante e dopo la pandemia. Tra disperazione ed ironia, un racconto tragicomico, poetico e autobiografico che parte dal quotidiano per sollevare lo sguardo verso un nuovo inizio.

Dopo il successo strepitoso di Romeo y Julieta Tango, la Compagnia Naturalis Labor torna ad esplorare Shakespeare attraverso la danza e tutta la passione e la sensualità del tango.

Il coreografo Luciano Padovani, con un linguaggio sempre in bilico tra le due forme artistiche, ci racconta Othello, una storia di amore e di morte. Un lavoro attento, con un cast di dodici poliedrici danzatori/tangueros e con le scene di Mauro Zocchetta e Gloria Gandini, i costumi di Chiara Defant e le luci di Thomas Heuger.

Nel centenario della nascita di Maria Callas la COB Compagnia Opus Ballet affida a tre coreografi il compito di realizzare una creazione che restituisca la loro personale visione della celeberrima artista. Tre sguardi differenti, quindi, tre approcci e restituzioni in danza che il titolo Callas, Callas, Callas già evidenzia. Un invito, per lo spettatore, a scoprire o ritrovare tra le pieghe di un movimento o la coralità dell’ensemble, tra le sonorità elettroniche o i frammenti di arie celebri disseminati nell’architettura coreografica, la propria Callas.

Lo stato di “limbo” tra il reale e l’immaginario descritto da Mallarmé nel suo poema L’après-midi d’un faune ispirò Vaslav Nijinsky nella creazione dell’omonima coreografia del 1912. Da allora, il tema è stato interpretato più volte. Il fascino che esso esercita ispira oggi anche il coreografo Mauro de Candia spingendolo ad esplorare questa figura “metà animale e metà umana” nella sua nuova creazione. Sono proprio le metamorfosi del fauno a interessarlo e a spingerlo a domandarsi: non c’è forse un fauno in ognuno di noi? Non è forse anche un’allegoria del nostro tempo, in cui i corpi e le loro identità vengono reinventati e riesplorati?